mercoledì 26 novembre 2014

Sì, ma prima....


Ti interessa sapere se domani avrai ancora un lavoro? E se tua figlia crescerà in un ambiente ecosostenibile ? E se i ghiacci si stanno sciogliendo e c'è il rischio di un altro cataclisma biblico? E se l'ISIS sta assoldando il tuo dirimpettaio? E se l'acqua con cui ti riempi la brocca a casa fa chimicamente cagare? Si, prima però....."FOTTITI I RISPARMI GIOCANDO RES-PON-SA-BIL-MEN-TE AL NUOVO CASINO' ONLINE! NUOVE SLOT! NUOVI MONDIIII !!!" Dico, ogni volta che in una trasmissione politicamente, socialmente, culturalmente impegnata, il presentatore è costretto a far cadere addosso a un ospite la ghigliottina della pubblicità, magari un ospite autorevole, magari nel clou di un'argomentazione, magari un'argomentazione di una certa rilevanza sociale,  con quell'agitazione di chi rischierebbe il posto di lavoro in caso di inadempimento o ritardo sulla tabella di marcia, mi vien da pensare: qui c'e' qualcosa che non funziona. Poi magari parte lo spot della cremina per i funghi sulle unghie dei piedi e la sensazione mi si intensifica.  Quella sensazione, per capirci, che si potrebbe provare nel momento in cui il presidente, interrompendo un discorso a un paese devastato dalla guerra, davanti a spettatatori preoccupati e telecamere tremanti, si mettesse a leccare un chupachups e commentarne il gusto; o quella in cui i California Deam Men optassero per una pausa improvvisa durante uno show, e col pisello di fuori telefonassero in vivavoce alle loro mammine per avvisarle che non faranno tardi a casa, mentre le spasimanti muoiono dentro. È la sensazione di un paradosso, uno stridìo, un urticante contrasto. Una presa per il culo insomma. Qualcosa che non va.

mercoledì 19 novembre 2014

Momento mattone

L'equilibrio non esiste. Esiste la ricerca dell 'equilibrio. Esiste la tendenza all'equilibrio. Non l'equilibrio come condizione. L'unica condizione è quella di una dinamicità perenne che confonde e sbilancia, ma che tutto sommato apre più porte di quante ne riesca a chiudere. Certo quando ne chiude fa baccano assai. Non si è mai arrivati, davvero e penso sia questo il succo. Che si è sempre nel mentre di qualcosa. Un mentre in cui non dare niente per scontato e in cui, per trovare anche un elemento di conforto, provare a migliorarsi un pò.
 
Fine del momento mattone!
 

venerdì 14 novembre 2014

Bianco, nero e in mezzo un sacco di cose


Mi ricordo di quando eravamo giovanotti e tutti cazzeggiavamo parlando solo di moto e pallone, ma io spesso mi soffermavo sulle sfumature dei nostri pensieri perchè mi piaceva approfondire i discorsi, dare un senso alle nostre passioni, e interiorizzavo tutto, e ricordo che tu mi dicevi: "Dai non stare sempre a filosofeggiare, hai rotto i coglioni"; tu non avevi ancora sviluppato la pulsione alla ricerca del senso della vita, ti limitavi ancora a esistere, a prendere le cose come arrivavano, senza sapere il perchè. E leggevo libri di psicologia e sociologia perchè avevo voglia di capire, di crescere, senza dirlo a nessuno, e tu che li vedevi in camera mia mi dicevi "Che mattoni assurdi, goditi la vita". Mi vestivo bene e collezionavo ragazze per la mia ipersensibilità, e tu mi davi del narcisista, forse anche perchè eri meno piacente di me e soffrivi di quell'invidia che io nei tuoi confronti non provavo, anzi ti stimavo perchè eri dotato di una praticità che io potevo solo sognare. Poi ti sono successe un sacco di cose brutte, tra cui la morte di tua madre, gli amici sbagliati, gli amori fallimentari, le difficoltà scolastiche e via dicendo. In tutti questi anni da allora ti è cresciuta dentro una rabbia atroce, che mescolata a quel dolore e alle frustrazioni ti ha cucito addosso un'armatura sempre più spessa. La stessa che ci ha allontanati. Dovevi dimostrarti e dimostrare al mondo che eri capace di reagire e badare a te stesso, che eri forte, più dei casini che stavi vivendo, ma a forza di confondere il concetto di resilienza con la smania di affermazione eri diventato insopportabile. Ti muovevi con quella supponenza di chi non vuole mai ammettere errori e sconfitte, comprando beni materiali, buttandoti a capofitto in missioni lavorative suicide, sbandierando amori e altre meraviglie che non riempivano il tuo vuoto interiore, solo la bocca di parole. Quando hai toccato il fondo ultimamente, tra divorzio, affidamento dei figli e guai finanziari, ti sei ritrovato costretto a guardarti dentro come non hai mai fatto, nudo allo specchio, a cercare di dare un senso alla tua vita; quella cosa che mi criticavi ma che ora per te era diventata urgente, perchè quando uno tocca il fondo deve chiedersi dov'è che è inciampato. Hai scelto allora la strada delle buone letture, dell' approccio filosofico alle esperienze, l'unico modo che si ha a volte per restare a galla, per proteggere la propria dignità, e trovare la spinta a superare gli ostacoli ingombranti e migliorarsi mentre attorno e dentro pezzi di mondo crollano. Oggi pubblichi continuamente post che parlano delle orazioni di Osho, frequenti corsi in cui si parla di chakra e terzi occhi, dipingi le pareti di casa con colori pastello perchè ti hanno spiegato che hanno a che fare con l'anima, leggi quei libri che ti sembravano mattoni 20 anni fa, pratichi la meditazione, hai venduto la moto costosissima e tante cose che ti facevano sentire fiero delle tue capacità gestionali del patrimonio, e porti al parchetto quella figlia che non ti sei mai cacato perchè eri preso da te stesso; hai accorciato la lista degli amici e ti sei perfino tatuato sulla schiena una filastrocca orientale. E mi sta bene, cerchi la giusta via, sembra tu ti voglia più bene di quanto te ne sia mai voluto. Solo, amico mio, quando vuoi darmi insegnamenti di vita senza essere interpellato, rispondendo al mio pensiero con frasi tratte pari pari dalle tue letture, e quella leggerezza tipica di chi avrebbe capito il senso ultimo di ogni cosa anche se in fondo non gli appartiene, facendo spallucce laddove umanamente ci sarebbe ampio spazio per il fastidio, ecco...mi risulti veramente patetico. Perchè in realtà sei un condannato, e la tua condanna è quella di poterti muovere solo sugli estremi del bianco e del nero, perchè se ti muovi sulle scale di colore che li dividono e di cui la vita è piena, in quel punto non precisato in cui convergono e si confondono gli opposti, allora lì sei perso, morto, perchè lì solo un sano equiibrio può salvarti. Ecco vedi, io tra quelle sfumature e quei contrasti ci campo a meraviglia da sempre, da quando mi prendevi per il culo. La storiella del "sono un uomo nuovo" quindi puoi raccontarla a qualcun altro. Se la racconti a me vuol dire parecchie cose: una è che non hai ancora compreso l'interlocutore, la seconda che una volta di più stai parlando solo con te stesso. Una nuova messinscena, volere sempre dimostrare qualcosa. La tragedia è la stessa, ma con uno sfondo un pò più zen. Ed èanche la dimostrazione che si cambia negli anni, ma fino a un certo punto e spesso non nella sostanza.

mercoledì 12 novembre 2014

Raccapricci estemporanei

Stanotte la mia ragazza mi ha lasciato per un rappresentante bangladese di ricariche abusive per cellulari e dispositivi di clonazione di carte di credito.

Uno squadrone di piccioni in formazione militare mi ha scagazzato copiosamente il cofano dell'automobile appena ritirata all'autolavaggio.

Al bar ho ricevuto le avances spinte di una vecchina con la dentiera retrattile, i baffi e la libido incalzante.

Mi è caduta la crepes alla nutella sul tappeto a pelo lungo in soggiorno, poi mia figlia ci ha camminato di sopra per essere sicura che la mamma borderline scoprisse lo scempio prima che io riuscissi a pulire.

La volante della polizia mi ha affiancato al semaforo nel mentre cantavo a squarciagola e a volumi infernali Rock Bottom degli UFO, così, sotto i loro sguardi a metà tra rimprovero e minaccia di arresto per guida in stato di idiozia e disordine pubblico,  ho dovuto fingere di stare sbadigliando e confidare in una rapida ripartenza.

Mi si è fottuto puntualmente l'hardisk all'inizio di una presentazione in azienda, l'imbarazzo mi ha devastato l'anima; un pò come quella figura di merda di BIll Gates alla presentazione ufficiale di Windows Vista.

Sono uscito di casa con il cordless convinto che fosse il cellulare, imprecando sullo stato pessimo della linea nel momento in cui al parcheggio non sentivo più mia madre dall'altra parte che mi raccontava di come si prepara una vera lasagna.




giovedì 6 novembre 2014

A 90°


Sento dire spesso: bisogna farsi sentire! Ma, per quante vie di comunicazione e contenitori di parole possiamo sperimentare, a promuovere questa o quella leggina per alzata di mano o pressione di un tasto, anche a nostra insaputa, sono loro, che spesso occupano il posto non per vocazione e nobiltà d’animo, ma perché il sistema insegna ormai a tutti che la missione politica offre privilegi senza eguali, un sistema che risucchia i buoni propositi come fosse un buco nero e attrae gli arrampicatori. Quindi in politica abbiamo per lo più persone abili a sgomitare per proprio tornaconto, in stato avanzato di cecità e sordità verso i problemi sociali, consapevoli che l’onda va cavalcata finchè viaggia, perché il meteo politico è sempre incerto e non è dato a nessuno di fare la storia, al massimo di farsi la propria di storia. Possiamo radunarci in blog, possiamo votare tizio e caio nella speranza che..., possiamo documentarci cercando nel vespaio globale, ma se non possiamo opporci concretamente alle porcate che fanno, sapere o non sapere le cose non aiuta, non se ne esce. Per esempio, se, e ripeto se anche avessimo saputo che mentre vendevano le loro costosissime auto blu per poche migliaia di euro, ne stavano contemporaneamente comprando altrettante nuove e grigie nel giardino sul retro, avremmo potuto fermare la cosa? NO. Baviamo alla vista della carota mentre ci inculano col bastone. C'è solo da sperare in un cambio generazionale, che arrivi il momento di seppellire tutte quelle mummie del cazzo, o si sgretolino su se stesse per cedimento strutturale, e si sostituiscano loro persone con rinnovata dignità e indipendenza di pensiero, figlie di un disagio che non è più sopportabile.