giovedì 23 ottobre 2014

It's a long way to the top if you want to rock n roll

Mi ricordo che da piccolo distruggevo il divano della mamma suonandoci sopra con le bacchette da batteria datemi da un mio amico un pò più grande di me. Lui era figlio di un batterista, quindi in cantina aveva la batteria, quindi aveva pure le bacchette per iniziare a seguire le orme del padre, e un pomeriggio me ne regalò un paio tutte scheggiate che mi piacevano una cifra.
 
 
E insomma, ispirandomi a questo ragazzetto e alla sua collezione di vinili degli iron maiden dalle copertine inquietanti, anch'io a casa mi ero creato la mia batteria virtuale usando il divano della mamma e disponendo i cuscini come fossero rullanti, timpani e via dicendo.
 
Solo che a casa mia non avevo vinili dalle copertine zombesche, mio padre era di un'altra scuola e ascoltava roba meno metal e un pò più rock. Già da tempo avevo deposto il mio disco delle canzonette di fivelandia, di cui mi vergognavo un bel pò, per dedicarmi a tempo pieno all'ascolto delle musicassette dei Rolling stones, dei Boomtown rats di Bob Geldof e degli ACDC. Insomma ci davo giù di batteria come un vero batterista, pestando sui cuscini a più non posso, direi anche con un certo senso del ritmo e una accettabile coordinazione.
 
Mia madre rientrando dal lavoro e vedendo il suo divano in tessuto farsi sempre meno presentabile col passare dei giorni, con le orlature scucite e i segni di battaglia di un gatto sterico, considerando che in casa un gatto ancora non c'era incominciò a insospettirsi di una qualche mia forma di accanimento sul suo prezioso arredo, e mi costrinse a spifferarle della mia nuova passione.
Inutile dire che le bacchette mi furono confiscate a tempo indeterminato. Dovetti allora immediatamente trovare una alternativa.
 
Scoprii così, ricalibrando l'ascolto delle cassette del mio papà, che anche il chitarrista di questi Led Zeppelin era uno molto forte, non meno del batterista, così presi gli squadretti che usavo a scuola per le ortogonometrie e li unii assieme al righello da mezzo metro con una copiosa quantità di scotch per crearmi la mia chitarra rock!
 
Saltavo per il soggiorno come un canguro sbavando all'arrivo di ogni assolo, contorcendomi come quelli che avevo visto su MTV, quando MTV ancora mandava in onda video musicali e non esistevano quei programmi del cazzo popolati da dementi come Geordie Shore e robaccia simile.
 
Mi ricordo che una volta simulando il riff iniziale di Whole Lotta Love, invaso dall'adrenalina, andai a sbattere col cranio sullo spigolo vivo del piano bar rischiando una morte prematura. Mi sentii un vero rocker, un sopravissuto, come se la mano del Dio dei Decibel mi avesse preso per la collottola per darmi un'altra possibilità. Pulendo via il mio sangue capii che il mio destino era quello di diventare un musicista.
 
Da allora incominciarono i raid nei negozi musicali, luoghi meravigliosi in cui passare le ore a scartabellare copertine, azzerare paghette, e raggiiungere mutipli orgasmi proiettandosi in un futuro fatto di jeans rotti e luci da palco.
 
Mi prese lo scazzo quando alle scuole medie l'insegnante di "musica", una zitella stile "Misery non deve morire",  ci costrinse per due anni a suonare le canzonette imbarazzanti degli alpini, FA-SOL-MI e viceversa, smorzandomi pericolosamente la passione per lo strumento. Nel tempo continuai a drogarmi di rock roll scoprendo una infinità di gruppi che mi mandavano in trance agonistica solo a pensarci, ma smisi di dedicarmi allo studio vero e proprio della musica, perchè quel filone strideva insopportabilmente con il mio sentire, mi sembrava una perdita di tempo, e anche perchè sono un fottutissimo pigro e da sempre inizio centomila cose per non finirne manco una.
 
Poi una sera, chiuso nella mia cameretta a ipotizzare un avvenire, godendo sull'urlo finale di You Could Be Mine dei Guns n' Roses mi apparve la Madonna, e capii...capii che tra tutte c'era una cosa che non avevo mai smesso di fare in tutti queglia anni costellati di voli pindarici e rapide disillusioni, e cioè cantare. Cantare dietro a quelle canzoni immortali. Chè mentre tutto il resto seguiva un flusso scostante la mia voglia di cantare era sempre lì e non si era mai smorzata. E mi illuminai. E decisi che era arrivato il momento di fare quello che inconsciamente avrei sempre voluto e dovuto fare. Andare a scuola di canto.
 
 E iniziò così un nuovo ciclo. E si aprì un mondo, un universo di cui solo un cantante conosce l'immensa portata emozionale, lì nel momento in cui corpo, anima, cuore e mente si mettono a copulare armonicamente per trasformare il sentire in canto. Perchè il cantante è lo strumento. E' mezzo e conducente allo stesso tempo, è uno svisceratore naturale. Il canto è liberazione e dolore, è sfogo e interiorizzazione nel medesimo istante. E fatica e dedizione ma anche leggerezza e redenzione dai peccati. Il canto è riscatto. Quindi da allora canto, e canterò per sempre e sempre e sempre fino a quando ne avrò per farlo. Perchè che piaccia o no è il mio modo per restare vivo.


mercoledì 22 ottobre 2014

Escursione

"Quando la notte ti acchiappa veramente, venirne fuori è come combattere coi leoni, coi ragni giganti."
 

venerdì 17 ottobre 2014

Let the music do the talkin'

Non ci sono contenitori di parole abbastanza oggi. Ho toccato il centro del mio disappunto. Allora lascio una canzone, di quelle che riescono sempre a portarmi via da lì.

lunedì 13 ottobre 2014

Barcolana


Questa sotto è una panoramica di una piccola fetta della mia città durante la sua principale manifestazione velica. La Barcolana, così si chiama, è una regata di cosmiche proporzioni. Sei lì a fare colazione sul balcone e in un attimo migliaia di vele puntinano e ridisegnano il golfo. E' una cosa veramente bella, da qualsiasi parte la si guardi, anche per chi come me non è del settore. Bella dal mare, bella dall'altipiano, bella dalla spiaggia, bella dal cielo. La Barcolana appaga i sensi di chiunque, quelli del fotografo che cerca lo scatto perfetto, quelli del velista manco a dirlo, e visto il sottobosco di attività collaterali anche quelli del buongustaio e del turista, che possono girare liberamente tra centinaia di stand di prodotti tipici e non. E ovviamente appaga anche i sensi di chi ci fa i soldi sopra, ma è un'altra storia. In questo brulicare di barche affiancate le une alle altre, nel loro incedere silenzioso e allo stesso tempo industrioso, sembra quasi che il mare accantoni il suo ruolo dominante e si faccia tappeto per una danza senza eguali. Non so spiegarmi...penso al mare, un deserto ondoso su cui anche la più grande delle navi è alla fine solo una meteora solitaria destinata a evaporare all'orizzonte lasciando spazio al blu, e lo vedo quasi a scomparire qui, sotto i profili degli scafi, al balenìo dei raggi solari che si infrangono sulle rande in fibra di carbonio e quelli che rimbalzano sulle superfici metalliche. Il mare che inghiotte tutto e che per un giorno si fa inghiottire da questa scia bianca che si allunga e si sfilaccia come un elastico vecchio sotto i colpi del vento sempre imprevedibile, mentre a riva tutti aspettano sgomitanti di vedere quando si romperà, e chi arriverà per primo. Solo una cosa digerisco poco, i velisti in sè. Perchè se ne stanno lì biondi biondi, vestiti sempre di marca, con i colletti tirati su a far vedere il marchio, e gli occhiali da sole anche la notte, e l'abbronzatura di chi sembra non avere pensieri dalla mattina alla sera, se non quello di lasciarsi accarezzare dalla brezza e di sorseggiare vini di prima qualità. Ecco quelli non li tengo proprio. Per il resto è tutta una cosa di cui andare orgogliosi.

venerdì 10 ottobre 2014

Passatempi


A Napoli un branco di innocenti decide di fare una rettoscopia con un compressore per pneumatici a un 14enne che soffre di obesità. Gli evoluti genitori degli innocenti, si sono indignati, e sputacchiando sulla telecamera hanno sottolineato che sono dei bravi ragazzi e che quello è stato solo un gioco fatto senza malizia. Ecco, la morale è che se mai vi venisse voglia di ripetere il gesto su un minorenne che passa di lì, così, perchè vi state annoiando, mi raccomando fatelo senza troppa malizia, altrimenti potrebbero pensare che non siete dei bravi ragazzi e poi finite in carcere. Quant'è bello o scarrafone, bello mamma so!

giovedì 9 ottobre 2014

Tempeste emotive


Quanto mi sento eccessivamente felice giro un attimo su "tempesta d'amore" per riequilibrarmi con una considerevole dose di tristezza. Solo che poi non è mai solo tristezza, quanto un impulso a scendere sotto casa e menare la prima vecchina coi capelli cotonati e gli orecchini a perla che passa. Allora mi concentro sullo scenario, quella stanza in pesantissimo stile vittoriano in cui ruotano le vicende dei personaggi, che è sempre la stessa, e penso a quali quadri appenderei al posto loro. Perche secondo me è anche un po' colpa dell'arredamento se questi hanno sempre il magone addosso, quelle espressioni tragiche e una visione catastrofica del futuro. Mi pare sia la sesta stagione. Sesta. Quando finirà, se finirà, per tarparmi gli eccessi di serenità dovro' trovare un'alternativa. È meglio che incominci a valutare perché a breve gli attori potrebbero tentare il suicidio nella vita privata.

J-AX ne sa!!!

Questo, a mio avviso, è uno di quei brani per cui vale la pena vivere. Lo dico così, tanto per fare il verso a un rappaiolo della tv italiana che recentemente ha detto "gli Europe hanno smesso di fare dischi 20 anni fa".

Di primo mattino

 
Costanti del primo mattino. Peppa salta nella pozzanghera. George parla col dinosauro. La signorina Coniglio sfascia le carrozze. Melissa, mia figlia, fa la cacca. Il sottoscritto cerca la sua identita'.

lunedì 6 ottobre 2014

Turismo postale

Ordino spesso prodotti dall'estero, le transazioni online sono una mia fissa. Abbigliamento, accessori, complementi d'arredo, cose che hanno la semplice caratteristica di non essere ancora mai approdate sul mercato italiano e che con ogni probabilità sono destinate a non arrivarci mai. Insomma, ordino dalla Route 66, dai Fiordi silenziosi, dalle scogliere della Scozia, dalle pendici del Bardarbunga islandese, dalle palafitte della Polinesia francese, dalla terra dei Maraja, dalle cime tempestose delle Ande, dai mercatini di Istambul... Ordino anche in culo alla Luna se vi trovo cose belle, perchè il mondo è pieno di cose belle, concepite da gente con gusto e una storia, cose che sono come quelle pagine di libri che sembrano essere state scritte apposta per te, per quegli angoli di te che non trovano mai adeguata carezza. E arriva tutto regolarmente in una settimana poco più, con quella dignitosa rintracciabilità che qualsiasi servizio postale degno di questo nome dovrebbe garantire. Come la roba varca le Alpi signori, un casino. Un casino che farebbe impallidire Annibale e indurrebbe i suoi elefanti a un rapido suicidio. Per esempio, ora ci sono un pacchetto dalla Finlandia e uno dalla Thailandia persi da due settimane nei meandri dell'altipiano carsico!!! Hanno fatto un giro che non sto a dire, toccando 3-4 città italiane, così per sport, per finire il giro turistico nell'ufficio postale della zona in cui vivo. Uno di questi l'hanno portato fuori a fare la pipì e pare che non trovando il nuovo padrone abbia deciso di tornarsene nel Paese da cui è venuto. Il responsabile della posta, un tizio con lo scazzo incorporato e una flemma fuori dal comune, con tono arrogantemente composto, stamane mi fa: "eh, signore mio, che le devo dì? arriverà!". La signora dell'assistenza telefonica invece, mi spiega che loro dello sportello pubblico, e quelli che la posta te la portano a casa, sono due entità separate, e che devo chiedere a loro, ma non hanno un numero di cellulare, non hanno un ufficio, non hanno un nome, non esistono...sono entità virtuali che si materializzano al portone di casa tua, se ci arrivano, consegnano quello che c'è da consegnare, se non lo hanno perso, e poi si dematerializzano. Quindi sono qui, che aspetto sti pacchi meravigliosi da settimane, e nessuno sa dirmi nulla. Hanno anche fatto di tutto per complicare la procedura per i reclami, sicchè se tu decidi di compilare il moulo apposito in rete scopri che non hai lauree abbastanza per districare la matassa burocratica. Se cerchi di rintracciare la spedizione il sito risponde con un messaggio di errore color porpora inquietudine. Eppure dall'estero ci hanno messo un giorno o due ad arrivare. In sto paese non funziona proprio un cazzo.Comunque siccome qualcuno mi ha chiesto cosa vado a comprarmi dalla Finlandia, allego una foto del peluche di Pulcinella di mare fratercula artica! un meraviglioso volatile che qui da noi non c'è.


mercoledì 1 ottobre 2014

Dipende dalla prospettiva


Non sono portato per il comando. Mi mette a disagio impartire ordini. Ma infatti uno non esercita un ruolo di comando per caso. Prendiamo ad esempio i capetti delle aziende di medie-grandi dimensioni. Devono averne l'attitudine e soprattutto la voglia, miste a una certa brama di potere. Il problema è che quelli spesso non si limitano a comandare, deragliano dall'onesto lavorare e si fanno inghiottire dal baratro della superbia, annebbiare da manie di grandezza e governare da sensazioni di onnipotenza. Inciampi ideologici non trascurabili che trasformano i sottoposti in una categoria inferiore, ai quali in certi casi non serve neppure rivolgere il saluto, perchè dal punto di vista di un uomo affetto da miopia relazionale i sottoposti hanno sempre minori impegni, responsabilità e dignità. Devianze mentali che fanno sconfinare l'esercizio di un certo potere in una forma spinta di presunzione, arroganza e maleducazione, tutte appallottolate nelle tasche delle giacche di rappresentanza, e annodate a cravattine improbabili che fino a prova contraria non li rendono più uomini, quanto uomini che soccombono alla pesantezza del caldo e a quella di cui sono dotati. E qui mi vien in mente un concetto semplice semplice che ricorderei loro ogni giorno, non fosse che da psicopatiche vittime dell'ego potrebbero dare di matto incasinandomi il futuro professionale e non: guardatevi quando siete seduti sul cesso mentre fate la cacca a brache calate, e scoprirete che siete uguale a tutti gli altri!

Incontri ravvicinati dell'enne tipo


Ore 14:15 - Vecchietta magrolina con vestaglietta di seta nera, pantofole di panno, e cuffietta trasparente a coprire capelli in fase di tintura fluorescente non ancora completata, discute animatamente con l'omino rosso del semaforo !!