mercoledì 27 luglio 2016

Il domenicale


Vorrei capire come fa il domenicale a mantenere quella velocità che non si confà né a una terza né a una seconda marcia senza che il veicolo si ingolfi, mentre io smadonno dietro, passando continuamente dall'una all'altra in attesa che si levi dalle balle. L'unica spiegazione è che le case automobilistiche creano motori ad hoc per i rincoglioniti. Una roba di cui non siamo a conoscenza. Cioè uno entra in concessionaria e gli viene chiesto se vuole un auto normale o una macchina per portare a spasso gli aquiloni, con uno specifico set-up. Devo indagare.

giovedì 21 luglio 2016

Il peso degli stronzi

 
 
Secondo me la contravvenzione dovrebbe essere proporzionale alla quantità di merda prodotta dall'animale. Se uno decide di andare a spasso con un triceratopo non può pagare quanto uno che porta in giro un chihuahua. Ai vigili non devono dare la pistola, ma una bilancina elettronica che converte automaticamente il peso degli stronzi in euro.

Voyager

Giacobbo, col suo Voyager, è l'esempio perfetto del favolista moderno, perchè i suoi "documentari" iniziano come le favole d'altri tempi con il solito attraente "C'era una volta...", poi si snodano su una trama ricca di colpi di scena a metà, incorniciati da tanti se e tanti ma che ti consolidano il dubbio di venire preso per il culo, e finiscono sempre in un simpatico "chissà...forse un giorno lo scopriremo", come ogni serial TV moderno che si rispetti, lasciandoti puntualmente con una sensazione di vuoto addosso e tanti punti interrogativi destinati a restere tali per sempre. E' un pò uno stronzetto paraculo diciamo, ma come si può evincere dalla panza via via sempre più gonfia e dal sorriso paffutello, la formula evidentemente è di successo e di buffet per celebrarlo in redazione ne deve aver già fatti tanti.

mercoledì 6 luglio 2016

Spazi nuovi dentro


Di quando ero piccolo mi manca lo stupore. Me ne rendo conto osservando gli occhi di mia figlia, il modo in cui catturano e si fanno catturare dalle esperienze nuove. Sì, riesco a regalarmi qualche sussulto ognitanto, come quando apro un barattolo nuovo di caffè e l'aroma mi invade i sensi, o come quando una canzone mi emoziona, per intenderci.
Ma non sono propriamente "sensazioni nuove". Quello dello stupore è un meccanismo diverso. E' più uno scoprire pezzi di sè e doversi ricalcolare. Dovrebbe succedermi qualcosa capace di disseppellirmi qualche porzione incontaminata di interiorità, di paracadutarmi in un posto nuovo dentro, da qualche parte. Come quando nei documentari sul pianeta l'occhio del satellite fa una panoramica su luoghi incredibili di cui prima non immaginavamo l'esistenza, o che solo potevamo ipotizzare, e ne restiamo colpiti. Ma mi rendo conto che è una contraddizione in termini, perchè mentre ne parlo sta già accandendo qualcosa: mi sto stupendo dello stupore di mia figlia, uno spazio sempre nuovo dentro di me.