venerdì 18 maggio 2018

Il solitario del calcio

Non scrivo praticamente mai di calcio, perchè del calcio parlato mediamente ne ho le palle piene. Ma ho fatto il portiere per 30 anni, amando visceralmente quel ruolo, e a volte anche odiandolo. Nel mio piccolo quindi so cosa significa essere un portiere, so riconoscere la grandezza di un portiere, e aggiungo che so che quando sei davanti a un grande portiere solitamente sei davanti ad un uomo di grande personalità. Perchè fare il portiere richiede qualità che nessun altro ruolo richiede, diametralmente opposte eppure al contempo perfettamente integrate: estro, razionalità, istinto, fisicità, intuito, equilibrio mentale, autocontrollo, determinazione, carisma, umiltà, capacità di gestire le frustrazioni e di trasmettere fiducia, in se stessi e negli altri, concentrazione, creatività, responsabilità, anima da gregario, istinto solitario...Portiere è gioco ma anche scienza. Portiere non si fa, portiere si è. 

6 commenti:

  1. se parli dell'allibratore, non sono d'accordo

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    1. si, parli di lui. pessima figura umana

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    2. io parlo del portiere, non dell'essere umano, che tuttavia non si è dimostrato più allibratore di altri...e soprattutto da quaggiù non credo siamo nella posizione di giudicare e saperne granché...non so di cosa parli, ma non mi importa, il mio è un omaggio al ruolo

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    3. diciamo che non è mia intenzione fare il Processo di Biscardi :)

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  2. Non sono stato molto attento in questi giorni, ma lascia la Juventus, il calcio giocato o la D'Amico?

    p.s.: Zoff a parte, il mio portiere preferito resterà per sempre Higuita.

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    1. ahahha, si ma quello era un circense, non un portiere, oggi lo silurerebbero a distanza :)

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