mercoledì 6 luglio 2016

Spazi nuovi dentro


Di quando ero piccolo mi manca lo stupore. Me ne rendo conto osservando gli occhi di mia figlia, il modo in cui catturano e si fanno catturare dalle esperienze nuove. Sì, riesco a regalarmi qualche sussulto ognitanto, come quando apro un barattolo nuovo di caffè e l'aroma mi invade i sensi, o come quando una canzone mi emoziona, per intenderci.
Ma non sono propriamente "sensazioni nuove". Quello dello stupore è un meccanismo diverso. E' più uno scoprire pezzi di sè e doversi ricalcolare. Dovrebbe succedermi qualcosa capace di disseppellirmi qualche porzione incontaminata di interiorità, di paracadutarmi in un posto nuovo dentro, da qualche parte. Come quando nei documentari sul pianeta l'occhio del satellite fa una panoramica su luoghi incredibili di cui prima non immaginavamo l'esistenza, o che solo potevamo ipotizzare, e ne restiamo colpiti. Ma mi rendo conto che è una contraddizione in termini, perchè mentre ne parlo sta già accandendo qualcosa: mi sto stupendo dello stupore di mia figlia, uno spazio sempre nuovo dentro di me.

Nessun commento:

Posta un commento