giovedì 17 dicembre 2015

Pedro

Il castello di Sao Jorge a Lisbona è un luogo molto suggestivo, specie al tramonto. Stavo percorrendo in solitudine i suoi viottoli interni godendomi il panorama sulla città dalle fenditure delle alte mura, con il ponte 25 de Abril e la Torre di Belem stagliati sopra ai tetti all'orizzonte, a specchiarsi sul Tago. Ma mi stavo godendo soprattutto la brezza mite e il silenzio, perchè era pomeriggio inoltrato e le chiassose comitive se n'erano già andate via. Eravamo rimasti io, un gatto spaparanzato su un cannone, la guardia lontana, due vecchietti su una panchina levigata dalle soste di milioni di persone, una famigliola che correva dietro al cane e ai propri impegni e qualche turista ritardatario come me. Non avevo fretta, non avevo meta, e soprattutto non avevo bisogno delle lancette dell'orologio. Che a pensarci già quella era una specie di magia. Arrivando a un slargo con la mappa della cittadella in mano, mi sono imbattuto in quest'uomo incredibile, seduto sul seggiolino, accanto a un albero. Ho contemplato e ascoltato le sue dita creare meraviglie per circa 45 minuti, accartocciato poco più in là su un cumulo di pietre lasciate a terra dal terremoto del 1755. Senza che lui mi guardasse mai. Lo fece solo alla fine, quando concluse la Sonata n.14 di Beethoven, regalandomi un tenue sorriso. Il sorriso di uno che suona per omaggiare la storia millenaria del posto a cui si sente di appartenere, più che per racimolare denaro da volti sconosciuti, ma che capisce quando le emozioni si sono intersecate veramente, genuinamente. Di recente ho ritrovato il cd che gli comprai per pochi spiccioli, dentro a una scatola in cantina. E oggi ho trovato in rete un video che qualche turista deve avergli fatto con la stessa ammirazione con cui allora io mi sono abbandonato alle vibrazioni delle sue sei corde per tutto il tempo che mi è stato concesso. Spero possa arrivarvi anche solo un minimo di quella emozione. Si chiama Pedro Godinho e ce ne vorrebbero molti. Qui sotto il filmato.

                                                        Pedro Godinho in Lisboa

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