martedì 28 aprile 2015

Dall' ultimo banco in classe


A scuola non ero propriamente innamorato della letteratura, ma ne ero comunque affascinato. Non tanto per la materia in sè, il cui valore intrinseco ho capito solo dopo col tempo, quanto per merito della prof, che riusciva a trasmettermene l'essenza con una passione senza limiti. Una comunista acidissima il cui motto era "libertà fondata sul bisogno", che scopava forse una volta a biennio e che da brava femminista convinta preferiva passare le serate a divorare libri nel suo salotto in stile barocco mentre il sugo cuoceva, piuttosto che dedicarsi ad un qualsiasi uomo, ce ne fosse uno a cui potesse piacere; ma una donna molto intelligente ed estremamente sensibile al bello, dagli occhi neri come la pece e vispi come quelli di un'anguilla. Grazie a lei riuscivo a digerire persino le poesie e i classici, che francamente fino a prima di conoscerla mi erano sempre risultati interessanti quanto una riunione condominiale. Le sue lezioni erano sempre improntate sulla metafora e sullo stimolo dell'immaginazione, sicchè trattare uno scritto, un'opera qualsiasi, diventava come gustarsi un film. Ma non un film bello e pronto, piuttosto uno in cui vestire i protagonisti a piacimento, uno da riempire coi colori che più si confacevano alla propria anima, pur rispettandone la trama di fondo perchè sennò era un 4 secco. Era una specie di prototipo femminile del Benigni di oggi, quello dei Dieci Comandamenti e della Divina Commedia di piazza, ma meno ruffiana e comica, come si confà a una prof che si possa definire tale. Lei era credibile. Ecco, penso che per quanto riguarda la scuola, le cose dovrebbero funzionare così. Bisognerebbe che i professori, oltre a sapere la loro materia, fossero anche in grado di comunicarla e di affascinare.  Perché l’apprendimento, lo dice anche Platone che oltre a essere filosofo era stato anche un peloso corpulento campione di lotta attorniato dalle fans, avviene per via erotica. Da adolescenti in fondo l’unica cosa che conta è l’amore,  e se gli adolescenti si occupano dell’amore bisogna andare là a cercarli, nei territori dell'emozione. Attirarli a livello emotivo significa trovare la breccia per passare poi al livello intellettuale della faccenda. Se invece si scarta la dimensione emotiva, sentimentale, affettiva...allora non si arriva neppure alle loro teste. Quindi non smetterò mai di ringraziare la mia prof di letteratura per essere arrivata aelegantemente alla mia testa, e soprattutto per avermi fatto capire di averne una. Bonlo scempio che ne ho fatto dopo, è un altro discorso.

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