Leggendo in rete del massacro alla scuola Pakistana, in cui oltre 130 bambini
sono stati rincorsi tra i banchi e uccisi con ferocia da attentatori
talebani, sono incappato in questa immagine terrificante che mi ha
riempito di sgomento e dolore. Non rabbia, solo un dolore paralizzante
difronte a qualcosa che non riesco a concepire, che mi immobilizza
dentro per l'assurdità. Il solo immaginare mi spacca in due. Non esiste
punizione adeguata per soggetti del genere. Rincorrere dei bambini tra i banchi della scuola. E poi fare quello che ci si è prefissati di fare. Non un impeto, non un raptus, ma lucida determinazione. Guardo mia figlia che ha un
anno e mezzo mentre mi si appoggia alle ginocchia per cercare riparo in un mondo in cui non ha scelto di venire, e
le sue manine curiose, e la pelle morbida, e i sui piedini piccoli, e le
scarpette pulite che li contengono. E poi guardo questa immagine. E non
riesco a capire nè accettare. Mi fa solo un male cane. Mi si sgretola l'animo.
Nessun commento:
Posta un commento