mercoledì 1 ottobre 2014

Dipende dalla prospettiva


Non sono portato per il comando. Mi mette a disagio impartire ordini. Ma infatti uno non esercita un ruolo di comando per caso. Prendiamo ad esempio i capetti delle aziende di medie-grandi dimensioni. Devono averne l'attitudine e soprattutto la voglia, miste a una certa brama di potere. Il problema è che quelli spesso non si limitano a comandare, deragliano dall'onesto lavorare e si fanno inghiottire dal baratro della superbia, annebbiare da manie di grandezza e governare da sensazioni di onnipotenza. Inciampi ideologici non trascurabili che trasformano i sottoposti in una categoria inferiore, ai quali in certi casi non serve neppure rivolgere il saluto, perchè dal punto di vista di un uomo affetto da miopia relazionale i sottoposti hanno sempre minori impegni, responsabilità e dignità. Devianze mentali che fanno sconfinare l'esercizio di un certo potere in una forma spinta di presunzione, arroganza e maleducazione, tutte appallottolate nelle tasche delle giacche di rappresentanza, e annodate a cravattine improbabili che fino a prova contraria non li rendono più uomini, quanto uomini che soccombono alla pesantezza del caldo e a quella di cui sono dotati. E qui mi vien in mente un concetto semplice semplice che ricorderei loro ogni giorno, non fosse che da psicopatiche vittime dell'ego potrebbero dare di matto incasinandomi il futuro professionale e non: guardatevi quando siete seduti sul cesso mentre fate la cacca a brache calate, e scoprirete che siete uguale a tutti gli altri!

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