mercoledì 18 novembre 2015

Pecorelle smarrite


Sarò dissacrante ma...basare le proprie scelte esistenziali sui dettami di un qualsivoglia profeta vissuto secoli fa, peraltro contenenti tutte le imperfezioni del pensiero umano e le distorsioni inevitabili di un passaggio di mano plurisecolare, fino a lasciar disciogliere la propria identità in forme di adesione più o meno spinte, fino all'integralismo, che non tiene poi mai veramente conto dei tempi in cui si sta vivendo, sia alla fine un po' come chiudere in un cassetto la propria coscienza e lasciarsi governare da costrutti ideologici iniettati artificialmente. Io non so rinunciare all'esercizio del pensiero autentico e della mia libertà. Professare la fede, diffondere la fede, trasmettere la parola del Signore...Qualunque sia sto Signore e qualunque sia il suo nome...è come cercare di scopiazzare un quadro antico, tra l'altro di una bellezza relativa e dai contenuti comunque discutibili, seguendo un manuale d'uso che non conosce i materiali, i soggetti e i colori, i contesti e le sensibilità di oggi, e poi magari aver anche la presunzione di appenderlo nel salotto di tutti. Non possiamo dipingere un quadro nostro? Mi chiedo perché non si possa semplicemente vivere secondo propria coscienza. Insomma, ha una sua plasticità. la coscienza. Nascere, crescere e costruirsi un sistema di pensiero piu o meno autonomo basato sul vivere, fare quello che fa star bene possibilmente nel rispetto degli altri e andare infine a morire a prescindere da antichi dettami e senza aver rotto i coglioni al prossimo. Che poi il rispetto dovrebbe essere un istinto, un fatto di empatia e non di educazione e imposizione, tantomeno religiosa, anche perché voglio dire..."da che pulpito"! Quando vedo le masse sotto san Pietro, per non parlare delle violenze perpetrate in nome degli dei, mani al cielo, occhi spalancati ad aspettare che le statue piangano, la supponenza degli addetti ai lavori, le incongruenze delle istituzioni religiose, testi sacri sventolati come bandiere o bruciati come carta straccia, fiumi di persone che si inginocchiano, santi e beati come se piovessero...personalmente vedo solo greggi di pecorelle smarrite. Dovremmo inginocchiarci piuttosto davanti a una foglia, così come a un frutto, o a un bicchiere d'acqua. Quella è vita. Cercare la verità nelle pieghe dell'esperienza e del sentire. Fidarci del nostro insito potenziale e fidarci un pò meno di quello che leggiamo, o ci fanno leggere, e che confondiamo con la verità assoluta solo perché ci mancano i riferimenti e non sappiamo trovarne una nostra. Dovremmo esser spirituali, non religiosi. Spirituali. C'è una piccola differenza.

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