martedì 24 novembre 2015

Quelli col trattore


Mi sono svegliato oggi con il desiderio di guidare un vecchio trattore. Se ci fai caso quelli col trattore danno sempre l'impressione di non avere nessuna fretta. Non si scostano se devi passare, non superano, non fanno manovre improvvise, non si curano del contorno. E nessuno gli suona dietro il clacson. Solo un demente suona a uno col trattore, primo perchè un trattore è quello che è e non si può pretendere da lui quello che si può pretendere da una macchina, secondo perchè non è il caso di rompere i coglioni a uno che passa la giornata con le mani nella terra a fare il lavoro primordiale. Quelli col trattore semplicemente vanno, con la pacata consapevolezza di chi il tempo lo vive al ritmo delle stagioni, e non scandito dal vorticare schizofrenico delle lancette dell'orologio. Sanno che il fieno è secco e se è secco tale è destinato a restare; sanno che non sarà un semaforo rosso sulla statale a far perdere le proprietà fertilizzanti a una quintalata di profumatissimo concime; sanno che se ci scappa l'urto ci rimette comunque sempre il fighetto con la berlina.

giovedì 19 novembre 2015

Parole parole paroleeeeee

La logica del supermercato ha invaso le librerie. Stando alle fascette gialle, siamo circondati da bestseller di ottima fattura, opere che ti cambiano la vita, capolavori del secolo, romanzi indimenticabili, rivelazioni del millennio, roba in grado di ipnotizzare intere nazioni, storie capaci di commuovere tutti, proprio tutti, e talenti mostruosi destinati a ridisegnare il prototipo universale dello scrittore vincente. Tutti rigorosamente venduti in non meno di qualche milionata di copie, che devi metterti lì seduto a contare gli zeri da quanti sono, e se non ti è già preso il capogiro dall'emozione ti viene dopo quando scopri che ti viene consigliato direttamente in persona dall'ectoplasma di Dostoevskij. Poi magari vai a vedere bene, e scopri che si tratta del libro più venduto in assoluto nel territorio del Bhutan o sugli atolli del Tuvalu. Comunque adesso non ho tempo per polemizzare, devo correre in libreria prima che esauriscano l'ultima opera di quell' illustrissimo letterato del Balotelli.

Rigurgiti

Tra il timbro di voce di Max Pezzali e quello di Gigi l'Innominabile, preferisco sicuramente il rumore del trapano del dentista.
 

mercoledì 18 novembre 2015

Pecorelle smarrite


Sarò dissacrante ma...basare le proprie scelte esistenziali sui dettami di un qualsivoglia profeta vissuto secoli fa, peraltro contenenti tutte le imperfezioni del pensiero umano e le distorsioni inevitabili di un passaggio di mano plurisecolare, fino a lasciar disciogliere la propria identità in forme di adesione più o meno spinte, fino all'integralismo, che non tiene poi mai veramente conto dei tempi in cui si sta vivendo, sia alla fine un po' come chiudere in un cassetto la propria coscienza e lasciarsi governare da costrutti ideologici iniettati artificialmente. Io non so rinunciare all'esercizio del pensiero autentico e della mia libertà. Professare la fede, diffondere la fede, trasmettere la parola del Signore...Qualunque sia sto Signore e qualunque sia il suo nome...è come cercare di scopiazzare un quadro antico, tra l'altro di una bellezza relativa e dai contenuti comunque discutibili, seguendo un manuale d'uso che non conosce i materiali, i soggetti e i colori, i contesti e le sensibilità di oggi, e poi magari aver anche la presunzione di appenderlo nel salotto di tutti. Non possiamo dipingere un quadro nostro? Mi chiedo perché non si possa semplicemente vivere secondo propria coscienza. Insomma, ha una sua plasticità. la coscienza. Nascere, crescere e costruirsi un sistema di pensiero piu o meno autonomo basato sul vivere, fare quello che fa star bene possibilmente nel rispetto degli altri e andare infine a morire a prescindere da antichi dettami e senza aver rotto i coglioni al prossimo. Che poi il rispetto dovrebbe essere un istinto, un fatto di empatia e non di educazione e imposizione, tantomeno religiosa, anche perché voglio dire..."da che pulpito"! Quando vedo le masse sotto san Pietro, per non parlare delle violenze perpetrate in nome degli dei, mani al cielo, occhi spalancati ad aspettare che le statue piangano, la supponenza degli addetti ai lavori, le incongruenze delle istituzioni religiose, testi sacri sventolati come bandiere o bruciati come carta straccia, fiumi di persone che si inginocchiano, santi e beati come se piovessero...personalmente vedo solo greggi di pecorelle smarrite. Dovremmo inginocchiarci piuttosto davanti a una foglia, così come a un frutto, o a un bicchiere d'acqua. Quella è vita. Cercare la verità nelle pieghe dell'esperienza e del sentire. Fidarci del nostro insito potenziale e fidarci un pò meno di quello che leggiamo, o ci fanno leggere, e che confondiamo con la verità assoluta solo perché ci mancano i riferimenti e non sappiamo trovarne una nostra. Dovremmo esser spirituali, non religiosi. Spirituali. C'è una piccola differenza.

martedì 17 novembre 2015

Morti viventi

Pare che Moira Orfei sia stata trasferita al museo delle cere già da viva e il funerale fosse soltanto una messa in scena. Indagini in corso.

lunedì 16 novembre 2015

Il crimine è dietro l'angolo

Lo scorso weekend io e alcuni amici ci stiamo facendo un giretto nella ridente località di Porto Piccolo, una specie di Porto Cervo artificiale ed altrettanto inutile, ma parecchio ben fatta, costruita alle porte di Trieste per attirare cacacazzi da ogni direzione. Però c'è una bellissima spiaggia. Ho al guinzaglio il ferocissimo cane del mio amico Diego, alto un barattolo di Sprite e con la faccia da guerriero. Il cane intendo. A un certo punto alla bestiola scappano i bisogni e così sgancia un muffin ai piedi di un muretto in pregiata pietra carsica. Mentre cerco il necessario per raccoglierlo, a un metro da noi, con i Rayban, la pistola, le gambe divaricate drittissime e le mani sui fianchi, si piazza lo sceriffo di Porto Piccolo. Ha i denti scintillanti come quelli de Steve McQueen. Senza cavallo. Insomma puliamo, come è logico che sia, e appena infilata la flautolenza nel sacchetto, lo sceriffo torna in posizione rilassata, come alla fine di un duello, e con l'aria soddisfatta di chi è impegnato con successo nel mantenimento dell'ordine mondiale, ci fa: "buongiorno a voi", e riprende la via. Probabilmente è andato a fermare qualche altro pericoloso criminale. Ma quello che mi disturba esageratamente è: perché buongiorno "a voi"? 

Atrocità

Centro commerciale, bancarella delle cover dei cellulari. Cerco una adatto al mio Samsung e alle sfumature della mia anima. Solo lapislazzuli, fatine, fiorellini, gufetti, uccellini e altre raffinatezze inaccettabili. Allora chiedo: "scusi, non c'è qualcosa di più...come dire...rock n' roll?". Risposta del venditore: "Eh, cos'è rock en rolle? nu films?". Ero appena rientrato dal concertone milanese del tour finale dei Motley Crue. La morte dentro. Signori, la morte dentro!